mercoledì 21 marzo 2012

"Eva ascoltami attentamente perchè devo farti una proposta importante, ma tanto sono sicura che accetterai."
"Mi devo preoccupare?" Eva si mise seduta composta sul suo divanetto rosso vellutato. Non si stava preoccupando, si stava esaltando.  Mise da parte il suo manoscritto e si preparò ad ascoltare ciò che Nina aveva da dirgli di così importante.
"Pensavo... Magari se noi potessimo..."
"Parla!" La incitò Eva.
"Calmati signorina! Ho un progetto e lo voglio fare con te: si tratta di metterci in proprio in una nuova compagnia teatrale, al di fuori della scuola dei giovani attori esordienti."
"Al di fuori della nostra compagnia?"
"Eva! la nostra scuola non è una compagnia! E io non mi accontento solo di uno spettacolo a fine corso!"
"Innanzitutto quella scuola è la mia famiglia, quindi anche la mia prima compagnia teatrale. E poi non penso di essere pronta a recitare senza nessuno che mi coordini, Nina."
"Non si tratta di lasciare la scuola. Si tratta di recitare anche all'esterno da scuola e di farlo per divertirci. In più, ho trovato un buon acquirente che è disposto a finanziarci gli spettacoli e gli incassi li divideremo."
L'offerta in fin dei conti, stava allettando Eva. Era inoltre una buona occasione per portare uno scalino più in alto il suo nome, magari in futuro avrebbe avuto  più possibilità lavorative in campo teatrale, con una compagnia tutta sua.
"Ok, ci penserò. Ma ci servono più attori per questo progetto, ci serve un nome, un luogo in cui provare..."
"Rilassati! Penseremo a tutto più avanti! Magari nel frattempo, spargiamo un po la voce ai nostri compagni, i più bravi chiaramente. Per le prove magari possiamo andare comunque alla scuola di teatro quando è chiusa, la sera. Avevo anche una mezza idea sul copione."
"Spara!" Ora Eva era al settimo cielo. E non vedeva l'ora di iniziare tutto il lavoro.
"Per cominciare, mia cara, potremmo scrivere un nostro copione e farne registrare i copyright, sarebbe perfetta una commedia. Ora però devo andare, ho un sacco di lavoro in sospeso. Ciao tesoro."
Eva rimase con il cellulare a mezz'aria, con lo sguardo perso nel vuoto.
Le parole "copione" "compagnia teatrale" "spettacolo" roteavano nella sua testa ad una velocità esorbitante. Non vedeva l'ora. Non vedeva l'ora eccome.

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